
Un cocktail mentale per il dopo-Covid – Prima puntata – Antartic mindset
Il colpo era in canna e il Covid-19 ha premuto il grilletto. La sensazione di jamais-vu che abbiamo provato ci ha disarcionati e messi di fronte al fatto che non è possibile continuare come prima. La domanda è quindi: cosa serve nel dC (dopo-Covid)? Io credo sia meglio puntare sul rinnovamento dei nostri mindset e ne ho identificati dieci che penso ci potranno essere utili.
Partiamo dall’antartic mindset, termine coniato da Chiara Montanari, la prima italiana a capo di una spedizione in Antartide che lo definisce come la mentalità che aiuta a raggiungere obiettivi in situazioni di estrema incertezza. La maggiore difficoltà di una missione polare, infatti, non è il clima estremo, ma la variabilità enorme, continua e repentina di un ambiente nel quale l’unica regola è l’imprevisto.
Per condurre una missione scientifica in queste condizioni non basta sopravvivere: occorre garantire continuità operativa, giocare d’anticipo elaborando e attuando piani diversi a seconda delle circostanze, leggere continuamente l’ambiente circostante per abortire velocemente un esperimento e mettersi al riparo o, viceversa, avviarne uno per sfruttare inattese condizioni favorevoli.
Trasmettere la mentalità antartica significa abituare le persone a considerare l’incertezza una condizione normale, nella quale bisogna operare e raggiungere risultati.
Certo, gli eventi potenzialmente stressogeni in contesti imprevedibili sono numerosi e possono paralizzare l’azione se non sono affrontati nel modo giusto. Per questo occorre possedere anche un’altra mentalità, che vedremo nella prossima puntata.
Queste considerazioni sono incluse in un articolo che ho scritto per il PROGETTO MACROTRENDS 2020-2021 della Harvard Business Review Italia.